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Liberare il Cuore – Intervista a Silvia Vannozzi

Il 2023 è quasi alle porte e noi scoppiamo di emozione! Non c’è cosa più bella di un nuovo inizio: nonostante gli accidenti e gli errori che ci lasciamo alle spalle, possiamo sempre cogliere l’opportunità di ricominciare col piede giusto, dandoci una nuova chance per essere migliori e vivere più felicemente. Perciò noi di Nathivia abbiamo pensato di condividere questa apertura d’anno con voi, invitandovi a trascorrere il 6, il 7 e l’8 gennaio prossimi nella rigenerante cornice di Villa Fassia, a Gubbio. Lì seguiremo la nostra amata Dottoressa Silvia Vannozzi in un’esperienza intensiva, pensata apposta per affrancarci da tutto ciò che ci appesantisce e trovare l’energia giusta per ripartire.
E chi poteva meglio presentare il programma dei lavori, se non colei che lo ha concepito? Così ho deciso di intervistare Silvia: ecco com’è andata.

SOFIA: Un seminario residenziale per “liberare il cuore”. Da cosa?

SILVIA: Il cuore va liberato dai condizionamenti, dai codici di infelicità, da tutti quei modi di pensare, sentire e comportarsi che ci sono stati inculcati ma che non sono nostri, non sono autentici: sono frutto dell’educazione familiare, dell’influenza culturale e sociale. Questi condizionamenti infatti possono andare a far malfunzionare il cuore, a interferire con il funzionamento cardiaco e l’intelligenza emotiva. Ho ideato questo residenziale proprio per aiutare le persone a liberare il cuore e arrivare a quella che viene chiamata “coerenza cardiaca”. La coerenza cardiaca è lo stato in cui la mente e il cuore, ovvero le onde cerebrali e le onde cardiache, si sincronizzano; e quando le onde pressorie del cuore diventano coerenti, a loro volta si “coerentizzano” anche gli altri organi. Gli studi sulla coerenza cardiaca sono stati portati avanti negli ultimi 31 anni dall’HeartMath Institute, in California, dove si studia la matematica del cuore, un tema che mi ha sempre interessata tantissimo. Ma non si tratta solo di un fenomeno fisiologico: il cambiamento accade quando passiamo dal pensare al sentire, da un sistema di orientamento basato su pensieri, idee, convinzioni, valori, a un sistema basato su sensazioni, intuizioni, percezioni, ovvero su una profonda connessione con noi stessi.

Trovi tutte le informazioni sul seminario dal 6 all’8 gennaio 2023 qui

SOFIA: Come lo faremo?

SILVIA: Innanzitutto parleremo di neuroscienze e di come si crea la “buona chimica” nel cervello – argomenti che insegno da tempo all’Università – e quindi impareremo come facilitare le condizioni per entrare in contatto col cuore e con l’intelligenza emotiva. Secondo poi scopriremo come arrivare alla coerenza cardiaca tramite la “de-traumatizzazione”: vi insegnerò come ci si “de-traumatizza”, cioè come si scarica un trauma, e anche come si scaricano le tensioni in eccesso, per fare in modo che la bilancia cortisolo-ossitocina sia in equilibrio. E poi andremo a lavorare proprio sulle tecniche di coerenza cardiaca, che sono state elaborate specificamente per ottenere un certo tipo di reazione chimica del corpo e generare quindi le suddette onde pressorie cardiache coerenti, grazie alle quali elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma possono andare insieme.

SOFIA: Suona veramente magico.

SILVIA: Già! Poi lavoreremo anche con le Costellazioni Familiari e altre particolari pratiche che permettono la liberazione del cuore. Ci riconcilieremo con l’essenza dei nostri genitori, perdoneremo e lasceremo andare gli ex-partner, e in generale sgombreremo il cuore da tutto il passato che ci pesa. Mattina e sera ci dedicheremo a specifiche tecniche di Mindfulness, e poi a esercizi (a coppie o in gruppo) finalizzati al lavoro sul cuore.

SOFIA: Che ruolo hanno il cuore e il cervello nella felicità? Quanto sono importanti per realizzarla?

SILVIA: Sono importantissimi. Soprattutto, è importante che siano in coerenza, perché è la coerenza tra cervello e cuore che genera la sensazione di felicità. Quando c’è un’incoerenza nel cuore, c’è anche un’incoerenza a livello di processi cognitivi, e viceversa; in altre parole, tra i due organi intercorre una sorta di coerenza biunivoca, possiamo dire che sono strettamente connessi. Raggiungere la coerenza cardiaca permette al nostro cervello di lavorare a meraviglia e produce una sensazione di felicità che non è soltanto cerebrale, ma corrisponde a un vero e proprio fenomeno cardiaco. Il cuore può far produrre altissimi livelli di ossitocina, l’ormone della felicità, il quale di rimando consente al nostro cervello di uscire dallo stato di allerta, di percepire l’ambiente esterno come più favorevole e di sentirci al sicuro nel nostro corpo. Stare bene nel proprio corpo e nel proprio mondo fa scaturire nuove idee, nuovi orizzonti, nuovi modi di vedere la vita, che fino a quel momento erano rimasti inibiti dalla modalità di sopravvivenza, dall’allerta del sistema nervoso e dal cuore incoerente.

SOFIA: Quindi la felicità non è solo qualcosa di astratto, di psicologico, ma ha tantissimo a che fare col corpo. In effetti, a pensarci bene, tutti sperimentiamo almeno una volta la connessione concreta tra cuore ed emozioni: per esempio, quando diciamo “mi hai spezzato il cuore”, ci riferiamo a un dolore anche fisico, che sentiamo all’altezza dell’organo.

SILVIA: Esatto. La felicità è innanzitutto uno stato neuro-chimico-fisico, che possiamo percepire a livello sensoriale. Durante il residenziale approfondiremo gli studi sulla matematica del cuore, grazie ai quali si è scoperto che le onde cardiache sono fino a 5000 volte più potenti di quelle cerebrali; e parleremo del campo elettromagnetico del cuore, che è toroidale, crea un’area che va oltre i confini del nostro corpo e, quando siamo innamorati o felici, si espande ancora di più. La cosiddetta “espansione dell’aura” non è altro che l’espansione del campo elettromagnetico del cuore in coerenza con il cervello.

SOFIA: Tu sei un’esperta di traumi: perché è importante lavorarci su? È possibile vivere ed essere felici senza trattarli mai?

SILVIA: Il trauma risiede nel sistema nervoso, per cui se tu non lo tratti mai, cioè ti dissoci dal trauma o, come si dice, “rimani congelato” dal trauma, vivi una vita a metà, a un terzo, in certi casi a un sesto delle tue possibilità. Puoi assolutamente vivere dissociato o congelato, ma ti perdi tantissima felicità e soprattutto smarrisci il contatto con te stesso/stessa. Personalmente, ho subito molti traumi, e ho dovuto scaricarli per poter arrivare a essere chi sono oggi. Ciò non vuol dire che in passato io non abbia potuto convivere con i traumi non scaricati, ma non stavo bene per niente: soffrivo di attacchi di panico, ho attraversato un periodo di depressione. Durante il residenziale, come dicevo, vi passerò delle tecniche di detraumatizzazione e vi spiegherò in che modo questa è necessaria a essere felici. Perché nel momento in cui permetti al tuo sistema nervoso di scaricare il trauma, gli dai anche modo di disallertarsi, e quindi di aprire un accesso alla via del cuore, che è quella che poi porta alla felicità. Sentirsi al sicuro nel proprio corpo e nel proprio mondo è la cosa più bella che esista; sono pienamente d’accordo con quanto diceva il maestro del lavoro sui traumi, Peter Levine: “Mentre il trauma può essere l’inferno sulla terra, il trauma risolto è il dono degli dei, un viaggio eroico che appartiene a ognuno di noi.” È come se entrassi in una nuova fase di vita, o vedessi la tua esistenza con occhi nuovi. Davvero, quando sciogli un trauma ti cambiano gli occhi, ti si espande il cuore, entri in un nuovo stato di coscienza.

SOFIA: Da programma lavoreremo anche sulla tendenza all’autosabotaggio. Che cosa intendi per autosabotaggio? Ci anticipi qualcosa? Ovviamente senza spoilerare troppo!

SILVIA: L’autosabotaggio è ciò che mettiamo in atto per evitare di essere felici. Consiste in tutte quelle le modalità di pensiero, emozione, comportamento che vanno a inficiare sulla nostra possibilità di esultare, di celebrare la vita, di godercela. In poche parole, autosabotarsi vuol dire scegliere l’infelicità. Nel concreto, per esempio, procrastinare è un modo per autosabotarsi, così come autosvalutarsi, non essere grati… esistono tanti modi, durante il residenziale li vedremo insieme. Ho in mente di farvi fare tutta una serie di esercizi molto belli e profondi che vi possano lasciare un messaggio per sempre.

SOFIA: Un’ultima domanda, più generale e poetica. Per te che cos’è la felicità?

SILVIA: Questa domanda è stata una mia ricerca per tanto tempo. C’è chi dice che si debba aspirare alla serenità e che la felicità stia solo in certi rari picchi di gioia. Io credo invece che la felicità sia la qualità dinamica della pace. Ricominci a sentirti felice quando sei in pace con te stessa/stesso, perché hai perdonato, hai abbracciato il tuo passato, hai imparato a connetterti con il cuore, a muoverti attraverso l’intelligenza emotiva; quando smetti di giudicare secondo il binomio “giusto/sbagliato” e inizi a chiederti: “Ma questa cosa mi fa respirare o non mi fa respirare? Al pensiero di farla mi si espande o no il cuore?” Oppure: “Questa persona mi fa sorridere o non mi fa sorridere?” Sono convinta che bisogna ritornare a essere più semplici, perché semplicità e felicità vanno di pari passo. Quanto più sei in pace, tanto più sei felice! Perciò sono importanti le Costellazioni Familiari, la Mindfulness e le tecniche di coerenza cardiaca: conoscerle ci aiuta a perdonarci, a fare pace col nostro passato e con la nostra famiglia, a stare nel presente con semplicità e verità. A proposito di Costellazioni, Hellinger diceva che esistono una felicità straordinaria e una felicità ordinaria. Noi puntiamo sempre alla felicità straordinaria – quella che proviamo, che so, per una laurea, un grande riconoscimento professionale, la nascita di un figlio. Ma si tratta di picchi che magari arrivano solo tre o quattro volte nella vita. In realtà la cosa più importante è saper cogliere la felicità ordinaria, che sta nelle piccole cose ma anche nella connessione con il proprio cuore. C’è una quantità impressionante di felicità dentro al nostro cuore, soprattutto quando è in coerenza cardiaca. Questo è quello che ho scoperto e che voglio donare al mondo. La vita la puoi vivere come se niente fosse un miracolo o come se tutto fosse un miracolo! Bisogna allenarsi a non dare niente per scontato, neanche il fatto di svegliarsi la mattina.

SOFIA: Quindi secondo te è possibile vivere in equilibrio e con gioia nel presente, e al contempo non dimenticare la realtà delle cose, la loro e la nostra finitezza. Insomma, essere felici include anche la consapevolezza della morte?

SILVIA: Sì. Ho avuto l’onore di accompagnare alcuni miei pazienti fino alla morte e posso dire questo: per me la vita non va allungata, va allargata. Nel senso che è la qualità di vita quella che conta. E poi vorrei aggiungere un’ultima cosa: non dobbiamo mai scordare che la felicità è lo stato naturale dell’essere.

SOFIA: Quindi non è una cosa che dovremmo raggiungere.

SILVIA: No, è proprio il contrario: c’è da sollevare la felicità da tutti i condizionamenti, i codici, i traumi… perché noi, di nostro, siamo felicità. Siamo capaci di meraviglia e di gioia infinita. Ce l’abbiamo proprio dentro, dobbiamo solo liberarla. Perciò abbiamo chiamato così questo residenziale: liberare il cuore significa liberare la felicità. Lì sta la chiave.

Trovi tutte le informazioni sul seminario dal 6 all’8 gennaio 2023 qui